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I 10 animali che non ti aspetteresti al parco di Villa Strozzi

Nel Parco Villa Strozzi non ci sono solo piccioni, passerotti e ricci, ma animali ben più inaspettati

Ecco dunque i 10 animali che non ti aspetteresti di incontrare al Boschetto, in una top ten a cura di David Fabbri

Il parco di Villa Strozzi, meglio conosciuto come Il Boschetto e situato nel bel mezzo del Quartiere 4, è uno dei più importanti polmoni verdi di Firenze. Qui si trovano non soltanto un’importante varietà di alberi e piante, ma sono presenti anche molti esemplari diversi di specie animali. Non soltanto pettirossi, fringuelli, cornacchie, cinciallegre, passerotti, rondini, lucertole, ricci e comuni topolini facilmente rintracciabili nelle zone verdi dei centri urbani, ma il parco in questione ospita un vasto assortimento di bestiole alcune delle quali non così comuni e sempre più rare da trovare in questi tipi di ambienti. Di seguito andiamo ad analizzare questi esemplari più nel dettaglio, alcuni dei quali possono essere ancora visibili nelle prossime settimane prima di un ulteriore calo delle temperature stagionali. Ecco quindi dieci animali che non ti aspetteresti di trovare attorno a Villa Strozzi:

1) Picchio Muratore: questo “acrobata con le ali” è facilmente riconoscibile per la sua particolare caratteristica di scendere lungo i tronchi degli alberi a testa in giù. Con il becco perfora la corteccia in cerca di insetti e frutti per nutrirsi. Si distingue bene per il suo variopinto piumaggio, che sulla testa è grigiastro o tendente al blu, così come anche su tutta la parte superiore del dorso. Adora le zone boschive di latifoglie, il che giustifica a pieno la sua presenza nel parco di Villa Strozzi; è facile ascoltare il suo canto territoriale fin dai primi giorni della primavera. Il suo soprannome di “muratore” è dovuto alla caratteristica di adattare con il fango a suo piacimento d’ingresso del nido.

upupa
Upupa

2) Upupa: con la sua vistosa cresta, il lungo becco ricurvo e la sgargiante livrea bruna e rossa è quasi impossibile da non riconoscere. L’upupa è stata avvistata spesso nel parco di Villa Strozzi, dove torna a nidificare dalla primavera in poi dopo aver svernato al sud a partire da ottobre. Una delle sue principali caratteristiche è quella di tornare a nidificare nel solito punto, che sia la cavità di un muro o di un tronco nei pressi di luoghi secchi, semi-alberati caldi e assolati. La sua effige è il simbolo della Lipu, Lega Italiana Protezione Animali.

3) Taccola: questa specie di dimensioni modeste appartenente alla famiglia dei corvidi è presente nel Parco di Villa Strozzi soprattutto per la ricerca di nutrimento, essendo onnivora e trovando quindi nella boscaglia vari tipo di alimenti, soprattutto uova di piccioni e altri uccelli. Si contraddistingue per la livrea nera e grigia argento, e si sposta in coppia o in gruppo. Nelle giornate nuvolose passeggiando per il parco può capitare di vedere volare la taccola in modo confusionario e di ascoltare il suo richiamo che secondo alcune credenze popolari sta a significare l’arrivo del brutto tempo.

falco subbuteo
Falco subbuteo

4) Falco Subbuteo: passeggiando nella parte alta del parco di Villa Strozzi, lungo l’antico muro che divide il boschetto dalle campagne del Monte Oliveto, se si alza lo sguardo verso il cielo può capitare di avvistare questo rapace diurno ghiottissimo di insetti svolazzare in cerca di cibo. Dopo alcuni avvistamenti di questa specie avvenuti in passato nei pressi del parco, sono arrivate recentemente altre segnalazioni delle sue rapide incursioni aeree, anche se solitamente viene scambiato per il rondone a causa della simile posa di volo. Curiosità: il nome scientifico del falco subbuteo, chiamato più comunemente lodolaio, è stato utilizzato dal ornitologo Peter Adolph per denominare la sua invenzione, ovvero il famoso gioco da tavolo, il Subbuteo appunto.

Allocco

5) Allocco: il rapace notturno più comune in Italia non poteva mancare nel parco di Villa Strozzi. L’allocco infatti, pur essendo un consueto abitante ambienti forestali, si adatta facilmente anche agli ambienti agricoli e antropizzati, nei parchi e nei centri storici. Oltre che di notte è possibile notarlo anche di giorno talvolta appollaiato sui rami di un albero tra i quali si mimetizza bene grazie al piumaggio di colore assai simile a quello della corteccia, oppure nelle cavità dei muri e dei tronchi dove adora rifugiarsi dato che non costruisce il suo nido. Goloso soprattutto di topi, è una specie presente nel parco sia d’estate che di inverno. Di notte l’inconfondibile canto degli adulti risuona spesso nei dintorni del Boschetto.

6) Civetta: questo celebre rapace, considerato sacro dagli antichi Greci, sempre più incline a vivere nei pressi degli abitati civili, è una presenza nel parco di Villa Strozzi sia diurna che notturna. Nonostante infatti sia un predatore notturno, è facile avvistarla anche di giorno, e la sua alimentazione cambia a seconda del luogo dove abita. Nidifica nelle cavità degli alberi e nel muro, e il suo verso stridulo, simile a quello di una risata, risuona spesso in piena notte durante tra le vie adiacenti il parco di Villa Strozzi.

Toporagno

7) Toporagno: nonostante le scorribande nel parco di Villa Strozzi di vari predatori come i rapaci sopra citati, c’è da registrare la presenza, soprattutto nelle zone più ricche di vegetazione, del toporagno. Questo piccolo roditore, caratterizzato dai piccoli occhi e il naso appuntito, tende a stabilire il suo territorio nel giro di massimo 700 metri per poi non spostarsi più. Si nutre di insetti, ragni e lumache, e costruisce la sua tana spesso tra le radici degli alberi. Si arrampica sui tronchi e scava gallerie nel terreno, e gli ingressi di queste ultime si possono vedere spesso passeggiando soprattutto tra i prati.

scoiattolo
Scoiattolo

8) Scoiattolo: da sempre sui tronchi e i rami del parco di Villa Strozzi si possono avvistare esemplari di scoiattolo europeo scorrazzare, saltare e giocare tra loro. Raramente infatti questa specie scende a terra se non in casa di estrema necessità per la ricerca del cibo e di per se tende a diffidare dell’uomo. La sua caratteristica è il folto mantello rosso e la lunga coda pelosa, quest’ultima molto simile a quella del cugino americano, lo scoiattolo grigio, chiamato così per il colore del manto. Alcuni esemplari di questa specie non autoctona sono stati avvistati nel parco, e tendono ad essere una minaccia, a causa della loro indole aggressiva, per i loro cugini dal pelo rosso che da alcuni anni in tutta Italia stanno diventando una specie sempre più rara e protetta.

9) Faina: questo mustelide di modeste dimensioni e dal muso simpatico e grazioso, a differenza di come viene raffigurato dall’immaginario collettivo in fumetti e cartoni animati, è stato talvolta avvistato sgattaiolare poco prima delle ore notturne nei pressi del confine tra il parco di Villa Strozzi e i campi vicini, nei quali si apposta a caccia di fagiani e altre prede. A partire dall’ora del tramonto questo mammifero, parente stretto del furetto e dell’ermellino, si mette a caccia delle sue prede, che spesso costituiscono anche in galline: le sue razzie nei pollai ne hanno così causato la cattiva fama per la quale è conosciuta. Dopotutto, è comunque uno degli animali selvatici che più si adatta meglio a vivere a stretto contatto con l’uomo.

Sicofante Di Siga - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15985212
Sicofante
Di Siga – Opera propria, CC BY-SA 3.0,https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15985212

10) Sicofante: noto dai più esperti principalmente per il suo nome scientifico, Calosoma sycophanta, questo bellissimo coleottero dai colori vivaci e intensi è stato avvistato spesso nei pressi di tronchi e alberi del parco di Villa Strozzi. Questo insetto è molto importante dato che è un predatore di lepidotteri e bruchi nocivi, come ad esempio le processionarie. La sua livrea va dal bluastro al verde con anche alcune sfumature rosse e violacee, e non è quindi da confondere con la più comune cetonia, conosciuta più comunemente come moscondoro, di dimensione molto minore al sicofante.

A cura di David Fabbri

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