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Quando riaprirà la Passerella dell’Isolotto?

La Passerella dell’Isolotto è chiusa da più di un anno al transito dei motorini, con grande disagio e allungamento dei tempi

Oltre all’enorme perdita di tempo e denaro per tutti quei lavoratori che si spostavano tra Isolotto e Novoli, bisogna considerare impatto ambientale e l’allungamento  per l’incredibile allungamento del percorso

È passato ormai un anno da quando è stata riaperta la Passerella dell’Isolotto dopo i lavori di “messa in sicurezza”. Lavori di messa in sicurezza che si sono tradotti in nient’altro che l’installazione di una fila di transenne da cantiere stradale ai margini per dimezzare la carreggiata ridurre il carico di persone e, allo stesso scopo, l’installazione di barriere per non far accedere ciclomotori e motocicli, neanche se condotti a mano.

La passerella rimane da oltre un anno perciò chiusa al transito dei motorini, consentito per decenni, ovviamente se condotti a mano.  E le migliaia di lavoratori e pendolari che dovevano andare dalla zona dell’Isolotto a quella di Piazza Puccini, o da Novoli a Legnaia si ritrovano  a dover compiere un percorso molto più lungo.

Non rimane loro che scegliere tra Ponte all’Indiano, che ogni scooterista sa quanto è pericoloso da percorrere in cinquantino, soprattutto nelle giornate di vento, o Ponte alla Vittoria, con la rischiosissima rotonda che ogni giorno miete qualche vittima. Non sono pochi infatti i magoni delle madri i cui figli ogni giorno si devono muovere tra queste zone, per raggiungere il più grande polo universitario della città, quello di Novoli, o i tanti istituti tecnici e licei che si trovano tra queste due zone.

Sembrava fosse una soluzione temporanea, che presto sarebbe stata restaurata definitivamente la Passerella dell’isolotto, o costruita una nuova. Invece no. Evidentemente l’Amministrazione ha altre priorità. Come la statua dell’Uomo che misura le nuvole o della Tartaruga di Jan Fabre in piazza Signoria.

Ancora nessun segnale della rimessa in uso della Passerella. Uno schiaffo in faccia alla cultura operaia del nostro quartiere, se pensiamo che negli anni ’60 la Passerella fu costruita proprio per quelle migliaia di operai cui era stata data casa all’Isolotto nel nuovo rione appena  inaugurato dal Sindaco La Pira e che avevano necessità ogni mattina di recarsi a lavorare a Novoli, dove all’epoca si trovavano la maggior parte delle fabbriche della città. I più anziani ricorderanno frotte si scoppiettanti Lambrette e Vespe ogni mattina attraversare il piccolo ponte.

Ha suscitato non poche polemiche anche il fatto che, per l’installazione delle nuove barriere architettoniche, la passerella non fosse accessibile ad alcune carrozzine per i disabili. Molti i malumori anche per l’estetica del lavoro compiuto, di fatto un ammasso di ferraglia da cantiere che deturpa uno dei luoghi simbolo del Quartiere.

L’allungamento del percorso passa, misurati,  dai 3 a quasi 20 minuti, 7 volte tanto. dagli 1,3 km, sono diventati 4,2 km passando Ponte alla Vittoria e 8,2 passando da Ponte all’Indiano. D’altra parte l’allungamento non comporta solo disagi e perdita di tempo e denaro, ma anche molto inquinamento in più. Basta moltiplicare la benzina e l’olio bruciati in più da moto e motorini per l’allungamento del tragitto e aggiungerci pure le polveri sottili causate da freni e gomme per qualche migliaio di pendolari. Un risultato pazzesco in termini di monossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ogni altro inquinante prodotto dalle auto. Che poi ci respiriamo, ci mangiamo e ci beviamo ogni giorno.

Qualcuno ha detto con sarcasmo e menefreghismo: “prendete il mezzo pubblico“. Il che, considerando le corse del 17 C ogni 20-30 minuti e del 60 ogni 15 minuti, si traduce in anche oltre mezz’ora di allungamento dei tempi. Senza considerare, ovviamente i cambi da fare per raggiungere poi la destinazione. E senza considerare il traffico già impazzito per la cantierizzazione di tutta la città.

In tutto questo qualcuno che egoisticamente e pensando solo alle proprie esigenze ha anche gioito, affermando “bene tanto c’era chi passava a senza scendere di motorino”. Quindi? per l’ignoranza di qualcuno bisogna punire tutti? Come dire: non vendiamo più coltelli da cucina perché qualcuno li usa per uccidere. Chi gioisce quando qualcosa viene tolto agli altri non vede più in là del proprio naso. Divide et impera, dicevano i Romani. Dividi e comanda. Oggi tolgono a quello, domani a quell’altro. E nel frattempo hanno messo voi gli uni contro gli altri. Quanto tempo dovrà ancora passare perché la Passerella sia davvero riaperta? Sarà davvero riaperta una passerella per il transito (spinto a mano, sia mai!) di motocicli e ciclomotori?

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