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Porto leopoldino, una ricostruzione mai partita

Duranti gli scavi per la costruzione della linea 1 della tranvia, dove adesso sorge l’attuale ponte del tram, fu rinvenuto il Porto leopoldino.

L’approdo sarebbe dovuto essere riportato alla luce nel 2013, ma i lavori non sono mai partiti

Poche settimane fa un’attenta ricerca storica sul cosiddetto oratorio di San Carlo Borromeo ha portato alla luce un falso storico. Non si trattava infatti dell’oratorio ma di una cabina di manovra.

Non fu la sola struttura smontata per far spazio alla linea 1 della tramvia. Proprio dove attualmente sorge il ponte, oltre alla cabina di manovra, si trovava il porto Leopoldino.

Gli scavi rivelarono l’esistenza di un porto, miracolosamente conservato in ottime condizioni. Tra i reperti emersi anche una moneta romana risalente al periodo del triumvirato di Ottaviano, Antonio e Lepido: gli anni della fondazione della colonia di Florentia. Durante l’Ottocento, vi attraccavano le imbarcazioni con il carbone per alimentare il gasometro.

“C’è una bella notizia in arrivo per Firenze. Tra un paio di anni, dopo tre secoli abbondanti, Firenze riavrà il Porto Leopoldino. I lavori cominceranno a gennaio 2013 e nella primavera 2014 l’approdo voluto dal Granduca tornerà alla luce”. Era il mese di aprile del 2012. Così parlava Eros Cruccolini, presidente della Commissione Ambiente oggi Garante dei diritti dei detenuti.

Una volta smontato, le pietre sono state accuratamente catalogate dalla Sovrintendenza e allocate in un deposito a Poggio Imperiale dove tutt’ora si trovano. Vi avrebbero dovuto restare solo fino al termine dei lavori della linea 1. Si parlava infatti di uno stanziamento di circa 8 milioni, stanziati da Comune, Provincia e Ataf, per la ricostruzione del porto Leopoldino una volta terminata la linea 1.

Poggio Imperiale - deposito

“Entro il prossimo 15 luglio (del 2012 ndr) la progettazione sarà esecutiva: verranno proclamate due gare, una per le opere tecnologiche infrastrutturali e l’altra per la ricostruzione diretta del porto, sotto l’egida assoluta della Sovrintendenza e infatti potranno partecipare alla gara solo ditte altamente specializzate. Quando il porto sarà restituito ai suoi fasti antichi, ci saranno approdi per le barche e sul lato dell’Arno, dalla parte delle Cascine, ci saranno piste ciclabili e saranno piantate, lungo viale Lincoln, delle Magnolie. La speranza – auspica la commissione Ambiente – è che in quel tratto la Provincia possa anche dragare il fiume per renderlo maggiormente navigabile. Il porto sarà lungo in totale 100 metri e la speranza è che diventi un polo di aggregazione sull’Arno”.

La ricostruzione rientrava nei Cento luoghi promossi da Matteo Renzi sindaco e nel masterplan delle Cascine ma non è mai partita.

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Lorenzo Somigli

Giornalista, copywriter, ufficio stampa, social media manager. Innamorato della parola. Mai smettere di comunicare!

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