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Sequestrata Radio Studio 54, la reazione del patron Gheri Guido

Radio Studio 54, sotto sequestro Gheri Guido: «Abusiva interruzione di pubblico Servizio»

Draghi (Fratelli d’Italia): «Grave atto di Censura»; Alberti (Lega): «Si perde una voce libera nel panorama radiofonico»

Ieri mattina la storica emittente di Scandicci Radio Studio 54 è stata sottoposta a sequestro preventivo dai Carabinieri in esecuzione di un’ordinanza del Tribunale del riesame. L’ordinanza  ha stabilito, accogliendo il ricorso presentato dalla pm Christine Von Borries, di non far proseguire le trasmissioni condotte dal patron Gheri Guido. I motivi contestati sarebbero alcune affermazioni avvenute nel corso della trasmissione mattutina “Voce al Popolo”: da una parte si ipotizza l’istigazione all’odio razziale, per frasi  che sarebbero state bollate come xenofobe; dall’altra si  contesterebbe la diffamazione di un suo ex avvocato e di un ospite in studio. Così sono state spente le antenne della cinquantennale radio, ascoltata in tutta la Toscana via etere e a livello globale in streaming, ma particolarmente radicata tra Scandicci e il nostro quartiere, anche per il legame con quella che fu la nota discoteca di zona Music Store, di cui il Gheri  fu titolare e dj, che ha fatto ballare negli anni ’90 e 2000 generazioni di ragazzini alla domenica pomeriggio e di adulti alla sera.

Gheri Guido risponde all’atto definendolo un’abusiva interruzione con una querela a quei carabinieri che lo hanno compiuto e diffondendo un post  Facebook con preghiera di diffusione ai media, in cui annuncia di aver sporto querela, la cui copia integrale è presente nella gallery della pagina Facebook dell’emittente, in cui si specifica anche che all’atto dell’interruzione delle trasmissioni sarebbero stati manomessi gli impianti della radio causando gravi danni:

«Allarme sociale!
Abusiva interruzione di pubblico servizio!
Querelati i carabinieri di Scandicci che non avevano mandato per eseguire il sequestro della radio!
Ascoltatori, leggete con attenzione questa denuncia, se qualcuno vuole diventare famoso facciamolo diventare! Infatti non ci hanno notificato nulla, né la delega per effettuare il sequestro né tantomeno rilasciato il verbale delle cose sequestrate e/o da sequestrare».

Immediate anche le reazioni della politica: dal centrodestra si bolla il sequestro come un atto di censura.

Alessandro Draghi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia esprime solidarietà a Gheri Guido e a tutti i collaboratori e di Radio Studio 54: «Il provvedimento di sequestro si reputa esagerato, nei confronti di una radio la quale ha sempre operato liberamente in una regione dove la libertà non vale per tutti – afferma in un comunicato stampa Draghi – Ci si domanda se Radio Studio 54 avesse attaccato troppo i cosiddetti “poteri forti” e se questo provvedimento è adeguato all’entità dei possibili reati che il suo fondatore nonché proprietario può aver compiuto».

«Confidiamo nella giustizia – prosegue Draghi – affinché, a breve, possa risolvere questa spiacevole situazione e rimuovere i sigilli alla radio che storicamente da voce alla Destra del territorio»

Tuona sul fatto anche il consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti, che vi ravvisa una negazione della libertà di espressione:

«Dispiace per i sigilli al trasmettitore di Radio Studio 54, Gheri Guido è un amico, così si perde una delle poche radio indipendenti del territorio – dice il consigliere regionale Jacopo Alberti – ogni settimana vado a Radio Studio 54 per informare i cittadini sulle mie attività in consiglio regionale, e se Guido alza i toni è più per un provocazione, cerca di coinvolgere gli ascoltatori».

«Mi auguro che la controversia giudiziaria sia risolta il prima possibile – conclude Alberti – per la libertà di informazione di una storica emittente toscana, attiva dal 1975. Così si perde una voce radiofonica libera e si nega la libertà di espressione».

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