mani, vicinanza, affetto

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  1. Le mani a nido. Le mani a scrigno. Mani che accolgono, mani che racchiudono con dolcezza,illuminate da una luce misteriosa. Mani che mostrano il cuore amorevole pronto a serbare nel suo calore chi bussa, chi arriva. Mani di madre che non si stancano mai di cullare, stringere al petto, carezzare, proteggere. Quanti pericoli temono le mani di una madre? Per quanti ne troverà, la madre saprà sempre alzare le sue mani delicate e potenti, avvolgere come scudo impenetrabile la sua creatura, stringerla al proprio corpo, difenderla da tutto. Mani di madre che accarezzano rassicuranti prima che il sonno prenda le membra abbandonate, lasciandole inermi. Mani che accolgono nel loro nido caldo le paffute guance, come a rivitalizzarle dopo il risveglio. Mani che accarezzano felici fra le accorate parole del buon risveglio, fra i gridi di gioia di un piccino che s’ apre senza ombre al nuovo giorno. Mani preziose che lavano, vestono, preparano al giorno che avanza. Approntano rapide e sapienti il primo pasto,imboccano muovendosi leggiadre tra il gioco e la celia finché la scodella è vuota. Mani che accarezzano ancora muovendosi lievi sulle gote e sulle labbra impiastricciate, giocando col mestolino, com il piattino che tanto rallegra il cucciolo che ride e balbetta tutto gioioso le parole della quotidianità che la voce che l’ accompagna da sempre gli insegna. Mani che in un impeto di gioia sollevano e portano in alto, sopra tutte le cose che il cucciolo vede sempre dal basso. E da lassù, sospeso tra cielo e terra,lui ride e gorgheggia pieno di gioia, divertito, sicuro di sé ché quelle mani lo stringono forti nel nido che istintivamente hanno saputo costruire attorno a lui fin dal primo, impercettibile, battito nel ventre. Là dentro, in quel grembo magico,ad ogni sussulto, pur minimo, per qualche improvviso rumore che turbasse la quiete, quelle mani si posavano repentinamente sul ventre, a proteggere, a rassicurare. Quante volte il cucciolo destato dal suono improvviso di un mondo sconosciuto, ha sentito su di sé il lieve peso di quelle mani, il loro calore che, trapassando le carni, a lui giungeva rassicurante? E il sonno, forse già pregno di sogni di nuvola bianca, tornava a posarsi placido su una creatura che viveva in funzione della madre, del suo infinito amore che scorreva caldo nel sangue assieme al nutrimento.
    Scrigno prezioso quelle mani che lo chiedono con istintivo gesto ai medici che avevano staccato per sempre due creature che la natura aveva voluto unite e simbiotiche per tanto tempo. Il cucciolo riconosce il tocco e il calore di quello scrigno e s’accoccola al petto in cui batte un ritmo che egli ben conosce, e acquieta il suo pianto di creatura sospinta in un mondo nuovo, accecante, rumoroso, freddo. Ritrova fra il nido di quelle mani, il battito del cuore che lo ha ninnato per tanto tempo, il calore del corpo che lui conosce più di tutti al mondo, la certezza di trovarsi in un luogo accogliente, la certezza di vivere ancora, la certezza del suo esistere. Un respiro caldo avvolge il suo viso rasserenato, baci nuovi inumidiscono le sue gote, le palpebre, le labbra sicché riconosce ora anche quel sapore dei liquidi tiepidi che l’ hanno avvolto per lungo tempo. Fra le lievi carezze di quelle calde e dolci mani, il piccino ode il mormorare delle parole d’ amore che a lungo ha udito ascoltando con curiosità,il piccolo cuore emozionato. Le parole piú belle che l’ universo conosce. Il piccino sa di essere ancora a casa. Sa che sentirà ancora il calore che gli è familiare, la voce che gli ha tanto parlato attraverso uno spazio accogliente e rassicurante, sa che le mani conosciute da sempre sapranno costruire attorno a lui infiniti nidi d’ amore e protezione. Sa che quelle mani si chiuderanno come scrigno a proteggerne l’ integrità, l’ incolumità, l’ inviolabilità, l’ unicità. Le conosce le mani di quella donna che non aveva mai visto, ma le cui fattezze sono impresse ugualmente in lui: la riconoscerebbe dopo infiniti tempi, fra mille e mille fattezze simili se il mondo non portasse ai suoi sensi delicati tanto fragore e turbinio.
    Uno scrigno d’ amore, uno scrigno d’ accoglienza, uno scrigno di sollecitudine e vicinanza ci ha avvolti tutti, a lungo, un tempo lontano. Cosa ne abbiamo fatto?

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