Villa Brichieri-Colombi a Bellosguardo e il suo cenacolo anglo-americano
Da antico possesso dei Carducci a "salotto buono" della Firenze ottocentesca frequentato da artisti e scrittori inglesi e americani.
Nella zona di Bellosguardo, tra le tante residenze nobiliari qui costruite, merita una menzione la villa Brichieri-Colombi. I più antichi proprietari dell’immobile, caratterizzato da un ampio terrazzo al primo piano dal quale si gode un panorama mozzafiato, furono i Carducci, da cui deriva il nomignolo Il Carduccio col quale la villa era conosciuta in passato. In questa villa visse Filippo di Giovanni Carducci, che nel 1439 ottenne da Giovanni VIII Paleologo il titolo di conte palatino quando ricopriva la carica di Gonfaloniere della Repubblica Fiorentina.
Dal XVI secolo, la villa ebbe frequenti passaggi di proprietà: fu ad esempio dei Borgherini, dei Capponi e dei Ricasoli. Nel 1768, la famiglia Borgherini, proprietaria della villa nel corso dei secoli XVI e XVIII, si estinse e nel 1781 lo Spedale degli Innocenti, sotto la cui amministrazione era nel frattempo passato l’edificio, lo vendeva al consigliere granducale Domenico Brichieri-Colombi. La sua famiglia, oltre a promuovere significativi interventi di ristrutturazione dell’immobile, aprì una graziosa buchetta del vino.

Sulla base di quanto scritto da Giulio Lensi-Orlandi, a metà Ottocento la fama della nostra dimora «doveva spandersi nel mondo, al tempo in cui, come le ville vicine, fu abitata da scrittori ed artisti stranieri» qui giunti dall’Inghilterra e dagli States, attratti dai capolavori artistici e architettonici della “città gigliata” e dalla quiete delle sue colline.

A tal proposito riportiamo l’esperienza vissuta da una nostra vecchia conoscenza, lo scrittore americano Henry James, che non solo qui soggiornò tra il 1886 ed il 1887, ma visse anche nella non tanto distante villa Mercedes:
«Sento ancora il sole di Firenze nella passeggiata mattutina da Porta Romana e su per l’ondulata collina, e rivedo nella dolcezza l’”accento” degli svettanti cipressi neri; mi perdo ancora nell’atmosfera della grande villa fresca, già allora un centro di storie, memorie, echi di generazioni passate; miro la Val d’Arno, vasta e delicata come una pittura, e in particolare parlo con una vibrante piccola signora dai dolci vivi occhi neri e tracce evidenti di sangue indiano».
La«piccola signora dal sangue indiano» ricordata dal James era Isabella (o Isa) Bladgen, nata in India intorno al 1817 e proprietaria di villa Brichieri-Colombi dal 1849 al 1873. Grazie a lei questa dimora divenne uno dei centri d’incontro più amati dagli intellettuali anglo-americani di stanza a Firenze. Oltre alla sua passione per la poesia, Isabella si distingueva anche per le sue doti di organizzatrice di eventi. Nel poema Aurora Leigh (1856) e in alcune lettere, Elizabeth Browning ricordava con affetto i rinfreschi a base di panna e fragole offerti dalla stessa Isabella, ogni sabato, nel salone della sua villa .
«Abbiamo preso il tè all’aperto alla villa di Miss Bladgen a Bellosgurardo e sembrava di essere innalzati al di sopra del mondo in una estasi divina. Oh, che visione!»

La Bladgen fu inoltre intima amica dei coniugi Browning, spesso suoi ospiti, e dopo la morte di Elizabeth (avvenuta a Firenze nel 1861), ella mantenne una costante corrispondenza col vedovo Robert, tornato nel frattempo in Inghilterra, dalla quale emerge il grado di familiarità esistente fra questi personaggi.
La natura delicata di Isabella favorì inoltre l’amicizia tra persone dai caratteri diversi, come i raffinati e già menzionati coniugi Browning e la fervente mazziniana Jessie White, trasferitasi in Italia nel 1857 per seguire l'”apostolo” del repubblicanesimo italiano, ed ivi convolare a nozze con Alberto Mario. La coppia si sarebbe poi stabilita sulle colline di Firenze.

Nel corso degli incontri periodici nella villa della Bladgen, durante i quali gli ospiti discutevano di politica, letteratura e belle arti, Jessie sosteneva apertamente le proprie idee repubblicane, suscitando in Elizabeth un profondo senso di sgomento. Secondo quanto riferito da un testimone, ogni qualvolta la White-Mario affrontava tale argomento, la Browning rabbrividiva e, come riferito da uno degli ospiti della Bladgen, «[vedeva] una forca rizzarsi sullo sfondo».

A Villa Brichieri-Colombi soggiornarono anche Lord Robert Bulwer-Lytton, viceré dell’India, ambasciatore del Regno Unito in Francia, autore del poema Buonanotte nel portico, scritto in questa villa, e il poeta e musicista Frederick Tennyson.
Isabella si spense il 20 gennaio 1873 e fu sepolta, insieme alle amiche Elizabeth Browning e Theodosia Trollope, nel Cimitero degli Inglesi di Firenze.
Leonardo Colicigno Tarquini, storico dell’arte medioevale.
Principali fonti bibliografiche consultate
G. CAROCCI, I dintorni di Firenze, 2 voll., Firenze, Tipografia Cocchi & Galletti, 1907, vol. II.
Dearest Isa: Robert Browning’s letters to Isabella Bladgen, a cura di E. C. McAleer, Austin, Texas (USA), University of Texas Press, 1951.
G. LENSI ORLANDI, Le ville di Firenze, 2 voll., Firenze, Vallecchi editore, 1954, vol. II (Le ville di Firenze di là d’Arno).
Dintorni di Firenze. Arte, Storia, Paesaggio, a cura di A. Conti, Firenze, La Casa Usher, 1983.
C. CASINI, D. FABBRI, Camminate fiorentine: Bellosguardo, Monte Oliveto, Marignolle. Tre itinerari tra curiosità, storia, arte e natura, Firenze, Florence Art Edizioni, 2025.