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Ilaria Tesi ‘passa all’Azione’ e molla il Pd

La consigliera di Quartiere 4 presidente della Commissione servizi sociali: «Perché ho ritrovato quella forza e quel coraggio che, a mio avviso il Partito democratico da quando è diventato partito di governo, ha smarrito»

Ilaria Tesi, consigliera di Quartiere 4 e presidente della Commissione servizi sociali lascia il Partito democratico, nelle cui fila è stata eletta per il secondo mandato. Tesi molla Nicola Zingaretti e passa a Carlo Calenda: rimane in tra i banchi della maggioranza, ma va in quota al Gruppo misto, aderendo ad Azione.

Un duro colpo per i Dem di Villa Vogel: eletta all’ultima tornata con 275 preferenze, nonostante la non facile competizione interna che aveva visto una sovrarappresentazione dei candidati di San Quirico-Ponte a Greve, la sua roccaforte, si è piazzata quinta in lista; di fatto, nonostante la congiunzione sfavorevole (e ben poco supporto dal partito in campagna elettorale), una performance persino migliore delle precedenti circoscrizionali 2014, dove  le preferenze furono ben 361, tuttavia arrivò sesta in classifica. Certo aiutata anche da cariche di consiliatura importanti (prima vicepresidente di Quartiere e poi presidente della commissione forse più ambita), ha visto quindi accrescere il suo gradimento tra l’elettorato di centrosinstra. E rimanere in maggioranza ma nelle fila di un altro partito, cambia sensibilmente i rapporti di equilibrio in sala Tosca Buccarelli.

«Arriva a volte il momento di fermarsi un attimo e riflettere – spiega Tesi a IsolottoLegnaia – Nei mesi nei quali siamo stati in casa mi sono presa quel tempo che, viceversa, non avrei avuto ed ho capito che passavo più tempo a convincermi che le scelte del partito al quale ero iscritta fossero giuste, per la mia visione politica, che a farmene convinta portavoce. Per chi, come me, pratica l’attività politica per passione, convincimento e idealismo, perdere la convinzione della bontà di quello che si fa è un duro colpo da digerire; segna il punto dal quale o si abbandona oppure, come è successo a me, si comprende che è arrivato il momento di andare altrove, di ritrovare in un nuovo progetto politico quell’entusiasmo, quella visione politica del futuro, quella spinta innovatrice che ti fa ancora credere che la politica sia non solo bella ma soprattutto utile: è per questo che ho aderito con entusiasmo ad Azione. Perché ho ritrovato quella forza e quel coraggio che, a mio avviso il Partito democratico da quando è diventato partito di governo, ha smarrito.
Cambiare non è mai semplice, a volte anche doloroso, ma necessario per chi come me crede nel paese che lavora, produce, studia e fatica. In un grande paese che ha tutto e potrebbe fare tutto se solo ci fosse una visione politica».

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