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Murale in via Canova, Gramsci dipinto da Jorit

Alle case popolari inaugura tra plausi e polemiche un'opera del noto street artist

Inaugura oggi il ritratto di Antonio Gramsci dipinto dallo street artist napoletano di fama internazionale Jorit sulle pareti di un condominio delle case popolari di via Canova 25 all’Isolotto. L’opera ancora non è ancora ultimata del tutto, ma già mostra il volto del grande intellettuale, icona della sinistra italiana e del giornalismo libero. Il progetto è stato realizzato con il progetto a cura di Teatro Puccini, Unicoop Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Publiacqua e vede come partner Comune di Firenze e Casa Spa.

Una scelta non casuale quella di rappresentare Gramsci proprio sulle pareti di un condominio di edilizia popolare all’Isolotto. Luca Talluri, presidente Casa Spa, ha sottolineato come le case popolari, che sono sono un luogo deputato a chi è nel disagio innanzitutto economico, siano la prima risposta della comunità per la lotta alle disuguaglianze all’emancipazione. Un affresco che, oltre a un’opera bella in sé, è quindi un segnale forte, perché Gramsci ha lasciato un messaggio attraverso il suo pensiero che si ritrova nei valori alla base dell’edilizia sociale pubblica. Messaggio che, ha evidenziato l’assessora alla Casa Benedetta Albanese, viene comunicato attraverso l’immediatezza,  l’universalità e la gratuità dell’arte.

Il presidente di Quartiere 4 Mirko Dormentoni ha sottolineato come questa opera vada nel segno di  far diventare sempre più città questa parte di periferia; un’azione che riqualifica e crea identità in questo quartiere insieme alle altre già intraprese dall’amministrazione ma anche dalla popolazione, perché la cittadinanza del Quartiere 4 è particolarmente partecipativa nella gestione della cosa pubblica. Ma il dipinto non sarà solo per il Quartiere, ha sottolineato Dormentoni, perché l’opera di Jorit porterà  turismo della street art da tutta Italia, porterà turismo della street art in via Canova, rendendo più vivace e conosciuta una periferia marginale nei flussi turistici e nelle loro positive ricadute.

Un’opera che contribuirà a far divenire l’Isolotto un museo pubblico aperto a tutti, come ha sottolineato l’assessore Cosimo Guccione, che tra le altre deleghe ha Politiche giovanili e Lotta alla solitudine. Guccione ha poi sottolineato l’attualità, in questo momento storico dove ogni cosa sembra schiacciata dalla terribile emergenza sanitaria, più che mai di una frase che Gramsci scriveva dalle sue lettere dal carcere: «Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente  all’opera, ricominciando dall’inizio».

 

 

Gramsci Jorit via Canova 25

Ma gli Isolottini si dividono: da una parte chi è entusiasta di vedere un’opera di un artista di tale caratura sui casermoni popolari; dall’altra chi è amareggiato per una scelta dell’amministrazione che non ha seguito nessun percorso partecipativo, né almeno un coinvolgimento degli inquilini dell’interno di via Canova 25.

Questo lo stato di avanzamento sabato a metà lavori: l'artista è stato veramente veloce nel realizzare l'opera
Questo lo stato di avanzamento sabato a metà lavori: l’artista è stato veramente veloce nel realizzare l’opera

«Veramente tanta roba, bello davvero e fatto in tempi velocissimi», afferma elettrizzato un ragazzo la cui casa affaccia sul nuovo murale.

«Voglio fare i miei complimenti a questo artista perché è riuscito a fare una cosa bellissima per tutti i nostri condomini», dichiara un’anziana che visibilmente emozionata, scende di casa per ringraziare lo staff del pittore.

«Quel palazzo e tutto l’isolato saranno certamente rivalutati da quest’opera – fa eco un signore – E chi fa polemica si dovrebbe informare su Gramsci, che oltre a un “comunista”, è stato anche un grandissimo giornalista, scrittore e filosofo che ha lasciato un contributo importante alla democrazia».

Ma c’è chi contesta sia la scelta di un personaggio seppur di grande valore storico e culturale, così nettamente iconografico del comunismo, sia il silenzio che è stato mantenuto fino alla fine, che ha portato a sapere del murale a cose fatte:

«È stata un’imposizione bella e buona, potevano chiedere il consenso del condominio – commenta aspramente un’inquilina del complesso – È vero che siamo qui come inquilini delle case popolari, che le case non sono di nostra proprietà e ci vengono date a un prezzo agevolato, ma non dobbiamo essere ignorati così. Questi palazzi sono stati costruiti con i soldi pubblici, i soldi dei nostri genitori, dei genitori di tutti i fiorentini».

«Sulle case popolari di Napoli ha dipinto Maradona, perché qui non gli hanno fatto dipingere Batistuta? – rincara la dose un ragazzo che abita qui davanti – Oppure, se vogliamo mettere qualcuno di importante a livello culturale e che ha cambiato la storia, peschiamo un fiorentino, ce ne mancassero: Leonardo da Vinci, Michelangiolo, Dante…Un personaggio apolitico che rappresenti la città e non abbia niente a che fare con l’ideologia. Ci mancassero i personaggi famosi a Firenze!»

«Fatto sta che ogni mattina mi dovrò alzare con questo faccione che mi fissa, senza che nessuno mi abbia chiesto niente – afferma arrabbiato un altro vicino – Per me non è un valore, è qualcosa di semplicemente inquietante. E Non hanno chiesto niente a nessuno. Roba da Corea del Nord, dove fanno i murales di Kim Jong Un»

Artisti all'opera
Artisti all’opera

 

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