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SILO Spa, un difficile rapporto con il rione

Negli ultimi anni più volte si è cercato di ridurre gli odori

Una ricostruzione storica del difficile rapporto tra il rione di San Bartolo a Cintoia e la fabbrica SILO Spa.

Un problema atavico. La coesistenza tra la fabbrica SILO Spa e il rione non è mai stata semplice. Più e più volte comitati di cittadini hanno fatto presente quanto fosse insostenibile l’odore: secondo alcuni cittadini le lavorazioni rilascerebbero degli odori maleodoranti. L’azienda si è mostrata sempre attenta e disponibile ma le criticità non sono mai state risolte del tutto. Adesso la difficile coabitazione tra le due realtà è riesplosa e, dopo l’incendio, si sono concatenati una serie di fatti preoccupanti. Dalla moria di pesci alle morti sospetti di volatili passando per un odore pungente che non accenna a diminuire.

Un’azienda all’avanguardia. L’azienda produceva farine proteiche e grassi animali, esteri di acidi organici e di acidi grassi distillati per il settore tecnico-industriale, rigenerava oli vegetali esausti, produceva inoltre additivi e materie prime per il settore zootecnico. Come dimostrano anche i tanti progetti innovativi, per citarne alcuni quello in collaborazione con la Coop, portati avanti da titolare, Fabio Guidotti, la SILO era tutt’altro che un’azienda decotta. Come si apprende da un articolo di Repubblica del dicembre 2007, vantava un fatturato di 16,5 milioni di euro.

Perché c’è stato così poco riguardo alle ricadute sul quartiere?

A cavallo degli anni 2006 e 2007 il Consiglio Comunale di Firenze si interessa del problema. A portare avanti le istanze della popolazione sono i Verdi e segnatamente Giovanni Varrasi, consigliere comunale. “La qualità urbana è seriamente inficiata dalle maleodoranze prodotte dalla fabbrica Silo che, con la produzione di acidi grassi residui dalle sofisticate lavorazioni industriali, ammorba l’aria di migliaia di cittadini residenti nella zona” spiegava nel 2008 lo stesso Varrasi. Una delle soluzione proposte fu di convogliare i fumi prodotti nelle caldaie della fabbrica. Le soluzione incontrò il favore della Commissione Qualità Urbana, presieduta da Varrasi stesso, ma non si è concretizzata del tutto.

La diffida della Regione Toscana

In anni più recenti anche la Regione Toscana aveva messo gli occhi sulla fabbrica. Da un documento della direzione ambiente ed energia del 2017 si apprende di una diffida all’indirizzo della SILO Spa perché “dal controllo integrato, effettuato presso l’insediamento per la verifica del ciclo produttivo, sono emerse irregolarità e criticità nella gestione dei rifiuti, degli scarichi idrici e delle emissioni in atmosfera (…)”. Una difformità quindi rispetto ai limiti delle emissioni  indicate nell’autorizzazione ambientale a suo tempo rilasciata dalla Provincia di Firenze.

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Lorenzo Somigli

Giornalista, copywriter, ufficio stampa, social media manager. Innamorato della parola. Mai smettere di comunicare!

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