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Storie di povertà: Luca, disabile ma senzatetto

La storia di Luca, senzatetto dell”Isolotto: italiano, padre di famiglia, 56 anni e disabile  dorme sotto il ponte del Cavallaccio

Lo aiutano i volontari dell’ Mcl di San Bartolo a Cintoia. «Questo circolo è diventata per me una famiglia»

Con le auto cariche di bagagli, la pelle intrisa di salsedine, ancora in atmosfera vacanziera stiamo incolonnati dal rientro dalla nostra villeggiatura al mare.  Incolonnati nel grande rientro, vediamo scorrere il nastro d’asfalto rovente, ci passiamo sopra, incuranti delle storie che nasconde. Unico pensiero, quel rientro, quella vacanza finita, le nostre macchine da parcheggiare, le nostre valige da scaricare, le nostre case da riaprire, la doccia da fare per levare sabbia e salsedine. Non sappiamo, o non vogliamo sapere, che sotto a quel serpentone d’asfalto, sotto le nostre gomme, sotto quei piloni di cemento c’è chi non ha una casa da riaprire, vive con meno oggetti e vestiti di quelli che abbiamo nei nostri bagagli vacanzieri, non ha una doccia per levarsi la sabbia e la polvere di dosso.

È la storia di Luca Morini, 56 anni, disabile italiano (anzi fiorentino! puntualizza Luca) che vive sotto il ponte della Fi Pi Li al Cavallaccio. Uno spazio di fango, sabbia, erbacce e desolazione. Un non luogo come i tanti delle periferie della nostra città. Nascosto al traffico, per dignità, Luca ha ricavato la sua casa con qualche frasca e vecchia asse. «Vedi? Sono al campeggio – esordisce Luca, che non ha perso la sua fiorentinissima voglia di scherzare – Ormai da due settimane questa è la mia casa».

È strana la vita. Ti sembra di tenerla in pugno. Hai una casa, una famiglia, un lavoro, la salute. La salute. Cominciano le prime avvisaglie, la situazione si aggrava sempre di più. Fino a quel fatidico verdetto dei medici. Non puoi fare questo lavoro. La tua malattia si è aggravata troppo. Se continui  a fare questo lavoro, rischi la pelle. Inabile al lavoro». E lì entri in un vortice che ti porta sempre più giù, ti sembra non arrivare mai a toccare il fondo. Ti ritrovi invalido all’84% con poche centinaia di euro al mese di pensione da cui vanno pure sottratte le spese delle medicine.

«I miei genitori hanno 89 e 83 anni e stati ricoverati in un istituto – comincia a raccontare Luca – Fino a qualche settimana fa mi ero appoggiato a casa di amici, che però non mi hanno più potuto tenere. Così  sono andato a vivere sotto un ponte. Cosa devo fare per sopravvivere, andare a rubare? Non è da me. A volte penso che in carcere almeno avrei un tetto e un pasto. Ma sono una persona onesta. Ho lavorato una vita. Non potrei farlo mai»

luca morini (1)Luca è un padre. Vita normale, classe operaia. Fino a quando la malattia non ha preso il sopravvento sulla sua vita: «Ho lavorato tutta la vita. Ho cominciato a fare l’idraulico a 16 anni. Ma a causa della mia malattia, se mi taglio, anche poco, anche per sbaglio, rischio di morire. Sono inoltre soggetto a crisi epilettiche, per cui non posso per sicurezza mia e degli altri utilizzare più arnesi. Così sono stato dichiarato inabile al lavoro che facevo. E dal 2012 sono disoccupato.  Ho una figlia adolescente che vive con la mia compagna. Come faccio a dire alla piccola che suo babbo non può più lavorare? La mia compagna è veramente una grande donna. Viviamo separati, ma mi è sempre stata vicina, sa della mia situazione. Vorrebbe aiutarmi, è una persona dal cuore unico, ma non posso e non voglio gravare su di lei. A mia figlia finora invece ho deciso di non dire nulla, perché le voglio troppo bene. Non sa niente di come vivo, le dico che va tutto bene. Ma forse sa, è grande e capisce».

luca morini (2)«Per mangiare pesco i pesci nella Greve e me li cuocio. Lo so. L’acqua è inquinata… ma almeno sopravvivo». In realtà un pasto caldo ogni giorno e anche di più adesso Luca l’ha trovato, da quando ha incontrato i volontari del circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia. Angelo e la sua compagna Costantina, volontari del circolo e gestori del bar, si fanno in quattro per dare una mano a Luca. «Angelo di nome e di fatto – sorride Luca – Mi danno da mangiare ogni giorno. Costantina mi porta i panni a lavare. Mi hanno accolto nel circolo a braccia aperte. Se vivo è grazie ad Angelo e Costantina. Mi accompagnano agli appuntamenti in macchina, mi danno una mano in tutto. Mi fanno fare la doccia a casa loro. Qui al circolo ho trovato una seconda casa. E devo ringraziare anche Laura e Costantino del bar Dadaumpa, che mi aiutano tantissimo anche loro».

Ma Luca non può e non deve accontentarsi del buon cuore dei volontari. Ha diritto a una vita degna: «Non voglio la carità. Voglio combattere. Non voglio vivere in strada sotto un ponte, dov’è pieno di zanzare e topi. La notte vengo letteralmente mangiato dalle formiche. Al Comune, allo Stato, chiedo una casa, anche solo una stanza o un posto in una comunità. E vorrei tornare a lavorare, ma il mio quadro sanitario purtroppo me lo impedisce. Tuttavia se fosse possibile mi piacerebbe anche poter trovare un lavoro da poter svolgere nelle mie condizioni di disabilità. Ho sempre versato i contributi, per una vita. Pagato le tasse fino all’ultimo centesimo. E ora che ho bisogno, lo Stato non mi aiuta? Non sono razzista, ma mi domando: perché a me che sono italiano, nulla, e a molti stranieri vedo in questa stessa zona dare le case popolari? Per questo ho deciso di raccontare la mia storia. Non mi devo vergognare io della mia povertà, di essere un senzatetto. Spero che qualcuno tra coloro che la leggeranno possa darmi una mano».

AGGIORNAMENTO: Pochi giorni dopo la nostra intervista, grazie al prezioso supporto dei volontari del circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia e al lavoro dei Servizi Sociali di Firenze si stanno aprendo per Luca le prospettive di un inserimento in una comunità. «Ho trovato tra gli assistenti sociali grandi persone che mi stanno aiutando molto e stanno elaborando un progetto per me. Sono molto felice dell’accoglienza che ho ricevuto da parte dellle Istituzioni e del circolo! Vi terrò aggiornati!»

Chi volesse contribuire a dare una mano a Luca, anche con semplici gesti quotidiani (accompagnarlo agli appuntamenti, fargli qualche lavatrice, fornirgli vestiario…) può prendere contatto con i volontari del Circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia

 

La nostra attività è possibile anche grazie al sostegno di queste attività di quartiere
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