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Volontari in prima linea: La Misericordia #2

Le buone notizie ai tempi del Coronavirus - «Tutto il volontariato si basa sulle piccole cose, di tutti i giorni e che ognuno di noi può fare»

Continuiamo la nostra chiacchierata con il Provveditore Giovangualberto Basetti Sani della Misericordia di Firenze, associazione in prima linea nel quartiere con la sede di via del Sansovino. Oggi, come durante la peste nera di sette secoli fa e in tutte le pandemie ed emergenze che la città e i nostri rioni hanno dovuto affrontare.

Oltre a quello sanitario, c’è un altro fronte su cui l’associazione è impegnata, forse più silenzioso, ma ugualmente importante: quello sociale. Disabili e anziani soli che necessitano di assistenza domiciliare, strutture assistenziali, persone che non possono uscire perché a casa in quarantena. Come stante agendo  per risponde al bisogno del quartiere, ora più che mai, di servizi sociali?
«Come Misericordia di Firenze siamo attivi su tutto il territorio cittadino per i servizi sociosanitari: le nostre residenze per anziani Il Bobolino e per anziani non autosufficienti  Villa Laura, e la nostra Fondazione San Sebastiano che gestisce due strutture per disabili intellettivi gravi e gravissimi Villa Valentina e Villa Alessandro. Nel Quartiere 4, c’è la sede degli Ambulatori della Misericordia di Firenze di via del Sansovino, dove prestano servizio molti medici e si possono ricevere tutte le prestazioni sanitarie e visite specialistiche a un prezzo basso. Stiamo continuando la nostra attività avendo adottato ovviamente tutte le precauzioni previste dai protocolli sanitari nazionali. Sul nostro sito possono essere prenotate e pagate le visite direttamente online».

Molti vorrebbero dare una mano, ma le associazioni sono divise su due fronti: chi abbisogna di volontari e fa appello perché le forze scarseggiano e chi invece sottolinea che non è questo il momento di iniziare, non ci sono i tempi per un adeguata formazione ed è bene lasciare in campo solo i volontari più esperti, già formati. Qual è la risposta da dare a chi oggi, di fronte all’emergenza, capisca l’importanza del servizio agli altri, si senta richiamato dalla carità?

«Penso che ci siano mille modi di fare “volontariato”, come aiutare i vicini di casa anziani o chiedere come stanno, aiutare chi ha delle difficoltà perché ha perso il lavoro o perché in casa non vive una situazione serena. Tutto il volontariato si basa in primis sulle piccole cose, di tutti i giorni e che ognuno di noi può fare. Compreso regalare un sorriso o un “ciao, come stai?”».
 

C’è un gesto, un episodio, un aneddoto di questi giorni, emblematico della fratellanza che sta emergendo nei nostri rioni durante questa crisi?
«La testimonianza più bella è quella di vedere i nostri volontari e dipendenti che tutti i giorni, con impegno e sacrificio, prestano il loro servizio a chi ha bisogno e per tutta la città di Firenze, lavorando senza sosta e sempre pronti a un gesto di umanità e  gentilezza verso chi ne ha bisogno. Le persone, soprattutto quelle non più giovani, sono felici di vederci e essere ripagati con un sorriso e un grazie sincero è certamente il più bello e significativo gesto che ci fa riempire il cuore e ci fa andare avanti con ancora più determinazione».

La nostra attività è possibile anche grazie al sostegno di queste attività di quartiere
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