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L’Isolotto delle Mamme, l’unione fa la forza

Per la Festa della Mamma la storia di cinquanta mamme che si sono messe insieme per aiutarsi e per rivendicare un quartiere a misura di mamma e di bambini

Seconda domenica di maggio, Festa della Mamma. Volevamo raccontarvi la storia di una mamma del quartiere, una di quelle testimonianze di donne coraggio concrete, accanto a noi, che rendono vere e urgenti le parole spese dalla politica solo in campagna elettorale. E invece ne abbiamo trovate almeno cinquanta. Tante quanto sono, e ancor più ogni giorno diventano, le socie dell’Isolotto delle Mamme.

Allora la storia è ancora più bella, perché diventa una di quelle di mutuo aiuto e cooperazione, che riportano a un sapore genuino, radicato in quella socialità e in quell’idea che l’unione fa la forza che tanto ha caratterizzato questo quartiere. A pensarci bene non poteva nascere che in quest’Isolotto che dello spirito di comunità ha fatto la propria storia; non trovar altro luogo che in quelle baracche verdi che furono scuole popolari, centro di aggregazione, di accoglienza, mutualità e riscatto sociale; non partire che quel quartiere naturale espansione di quella San Frediano delle ragazze di pratoliniana memoria.

Anzi qualcosa ancora di più; perché queste donne sono riuscite nell’impossibile: coinvolgere anche i compagni, i mariti. E così, l’Isolotto della Mamme è diventata l’associazione di tutti: delle mamme, certo, ma anche dei babbi, e di chi ancora genitore non è. Perché nessuno deve essere lasciato fuori.

Tutto nasce quasi per caso, ma non a caso, dal disagio di una mamma che ha saputo trasformare quel bisogno in un’opportunità: «Una mamma che si sentiva sola, non aveva nonni che potevano aiutare con la bambina – racconta Ilaria Naldini, presidente dell’associazione – e ha conosciuto altre mamme, che avevano gli stessi problemi; queste mamme si sono unite, andando in giro per i giardini del quartiere e sponsorizzando quello che facevano e hanno conosciuto altre mamme ancora che si sono alleate, pronte a non lasciarsi indietro. L’età dei figli va dagli zero ai sette anni: è più raro che partecipino  genitori con figli adolescenti, perché solitamente, ormai le famiglie hanno trovato un equilibrio. Siamo nate come gruppo spontaneo, non avevamo idea che saremmo diventate un’associazione: ci hanno aiutato molto le Baracche verdi, dandoci in uso una sala. Poi ci hanno contattato molti professionisti: psicologi, pedagogisti, educatori, osteopati, insegnanti di yoga, insegnanti di ballo… Tutti pronti a darci una mano nel nostro progetto».

Isolotto delle Mamme (3)

Mutua assistenza, ma anche tante attività formative e informative: «Lo scorso 25 settembre abbiamo fatto una grande festa alle Baracche verdi per farci conoscere – prende la parola Elena Scomazzetto, vicepresidente – Lì, abbiamo iniziato con le attività. Tutti i mercoledì dalle 10 alle 12 teniamo un incontro con un professionista. Un giovedì al mese c’è l’incontro per i babbi al Circolo pensionati dell’Isolotto, perché il ruolo delle mamme e dei babbi deve andare di pari passo. Un sabato al mese  teniamo un laboratorio mamme-bambini, visto che, specialmente d’inverno, non è facile tenere impegnati i bimbi. Una volta al mese, da due mesi, organizziamo un appuntamento alla Bibliotecanova: per ora ne abbiamo fatto uno sulle differenze di genere e uno sulla resilienza, adesso sono sospesi per il periodo estivo e riprenderanno a ottobre. Una serata al mese facciamo lo Spritz mama, al bar Tanta roba».

Non un locale qualsiasi, perché per le mamme isolottine,  il caffè Tanta roba nel cuore dell’Isolotto vecchio (l’ex Cirillo), è un luogo simbolico, il posto da cui tutto è nato, quasi come la cantina di via de’ Bardi per i Litfiba: «È il nostro quartier generale. Ci siamo costituite ufficialmente a settembre in questo bar, ma era già da due anni e mezzo che ci ritrovavamo. Dopo poco che il gruppo è nato, è scattato il lockdown e i primi incontri sono stato online; ci siamo perciò ben affermate sui social: abbiamo una pagina Instagram da 5300 follower e una pagina Facebook, dove pubblichiamo le nostre iniziative».

E per il futuro? Oltre alle attività, idee concrete per la quotidianità e tanta sensibilizzazione: «Innanzitutto parteciperemo alla Festa delle famiglie, organizzata dall’associazione Famiglie arcobaleno (a Villa Strozzi oggi 8 maggio dalle 14,30, ndr) e alla Festa dell’Argingrosso il 29 maggio. Ma soprattutto, impegnarci per migliorare la qualità della vita delle mamme. Vorremo innanzitutto trovare una sede, un luogo fisso dove le persone sanno di poterci trovare, sempre, e dove mettere una stanza di scambio di giochi e vestiti. Vorremmo poi mettere su un qualcosa tipo banca del tempo, con servizio di baby sitter e similari. Vorremmo installare delle scatole di balocchi usati nei maggiori giardini del quartiere, dove i bambini possano prendere i giochi senza portarseli da casa, imparare a condividerli, superare la fase dell’ “è mio”, perché quel gioco è di tutti. E poi lavoriamo  sulla constatazione che le mamme, purtroppo, non sono socialmente considerate, quantomeno non abbastanza. Per questo vogliamo collaborare con il Quartiere 4 per promuovere dei servizi essenziali come fasciatoi, parcheggi rosa, altalene per i bambini disabili. Le città non sono a prova di donna, di mamma. Basta muoversi con il passeggino per rendersene conto: strade senza marciapiede, difficoltà a prendere l’autobus e questo è vergognoso. A Firenze non puoi salire sul bus con il passeggino se c’è tanta gente, l’autista non apre le porte: una volta ho aspettato quattro corse – testimonia una delle mamme presenti alla riunione –  e poi ho desistito. Ogni tanto qualcuno ti aiuta a salire e scendere. Alle Poste o in banca ti guardano ancora male se chiedi di passare avanti con il bambino in braccio, non chiediamo di essere privilegiate, ma chiediamo un minimo di accortezza».

«Non avendolo vissuto in prima persona – interviene un babbo –  noi maschi intendo, che siamo in molti ambiti decisionali le figure al vertice, non capiamo e non possiamo capire. Per questo occorre sensibilizzazione».

Isolotto delle Mamme (1)

Cinquanta mamme coraggio che hanno saputo trasformare i loro problemi in un motivo di riscatto, nella molla per costruire qualcosa di buono per i genitori di oggi e di domani. L’Isolotto delle mamme è una delle associazioni del quartiere sostenute da OkMissDora, il cashback solidale. OkMissDora è l’app partner di IsolottoLegnaia.it che consente non solo di avere uno sconto sugli acquisti nei negozi di vicinato, ma anche di devolvere, senza nessun aggravio sulla spesa,  una piccola percentuale dell’incasso del negozio alle associazioni del territorio: «Appena abbiamo saputo di OkMissDora, abbiamo capito che ha un ottimo potenziale e volevamo esserci fin dall’inizio – dicono le mamme –  Ci abbiamo creduto, perché il quartiere siamo noi».

Ma come unirsi all’Isolotto delle mamme? «L’unica regola, è la mancanza di pregiudizi. Nessuno deve sentirsi sbagliato. Si può associare chiunque e ci sono anche diversi genitori che arrivano da fuori quartiere. Occorre poi tesserarsi, la tessera ha un costo di 35 euro l’anno (50 a coppia genitoriale) e scade il 30 settembre, ma per chi si iscrive ora c’è lo sconto».

I prossimi appuntamenti sono questo mercoledì 11 maggio, dalle 10 alle 12, con “Nanna non ti temo“, con la psicologa e psicoterapeuta Arianna Lunini; e l’indomani, giovedì 12 alle 21, per il giovedì dei babbi “La mamma, la mamma, la mamma… O il babbo?!“, incontro sul nutrimento figura paterna tramite il tema dell’ascolto, a cura della pedagogista clinica Alessandra Lodetti. Per informazioni scrivere a isolottodellemamme@gmail.com

 

 

 

 

 

La nostra attività è possibile anche grazie al sostegno di queste attività di quartiere
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