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Murale Gramsci via Canova, Cellai e Bisconti: ‘Perché l’amministrazione non ha informato nessuno?’

«Perché Gramsci era più in tono con il colore del quartiere? – chiedono da Forza Italia – Meglio una scelta per la città come La Pira o Lando Conti»

Continua la levata di scudi dell’opposizione dopo la presentazione del murale di Jorit dedicato a Gramsci sulle case popolari in via Canova. Insieme alla contestazione di Fratelli d’Italia, arriva anche quella dai banchi di Forza Italia dove il consigliere comunale Jacopo Cellai e il consigliere di Quartiere 4 Davide Bisconti ci vanno giù duro:

«La prima domanda da porre al sindaco Nardella e al presidente Dormentoni è se gli abitanti del palazzo di via Canova si cui è stato realizzato il murale raffigurante Antonio Gramsci sono stati interpellati e consultati – dichiarano i due azzurri – La sinistra si riempie la bocca della parola partecipazione, sarebbe grottesco che una scelta del genere fosse stata di fatto imposta senza alcuna interlocuzione con i residenti».

Davide Bisconti e Jacopo Cellai
Davide Bisconti e Jacopo Cellai

«La seconda domanda è perché dedicare un murale a Gramsci – continuano Cellai e Bisconti – Perché se Gramsci è indubbiamente un importante intellettuale, un pensatore di grandissimo livello e un coraggioso politico antifascista del Novecento è allo stesso tempo un convinto comunista leninista: negava ogni pluralismo politico e sosteneva il partito unico che “liquidasse, anche con la forza armata, gli avversari”; intendeva creare uno stato totalitario, uno stato “etico ed educatore”, riteneva il marxismo l’unica filosofia vera “integrale e totale”, voleva delle rigorose “censure e selezioni” della cultura, considerava il Partito (“Nuovo Principe”) superiore alla morale, proponeva una rivoluzione che non doveva cambiare solo la società, ma anche l’uomo (“riforma intellettuale e morale“), voleva creare una dittatura del proletariato («egemonia, cioè dominio più consenso»); voleva la fine della religione: “Il socialismo è la religione che deve ammazzare il cristianesimo”»

«Può una figura come quella di Gramsci conciliarsi con i valori di libertà e democrazia che ci dovrebbero accomunare? – domandano i due liberali al sindaco – E soprattutto perché non scegliere come primo murale del quartiere un grande politico della nostra città come può essere stato Giorgio La Pira o Lando Conti che sicuramente hanno un collegamento più marcato di Gramsci con la nostra città?»

«La terza domanda da porre ai nostri amministratori è perché realizzare il murale in via Canova – concludono – Per premiare il quartiere più rosso di Firenze? Un murale su Gramsci doveva essere accompagnata da un dibattito all’altezza del personaggio, non doveva essere una sorpresa sconosciuta ai più ma forse Nardella e Dormentoni hanno preferito evitare il confronto.

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