Cronaca

Ponte a Greve, il comitato: «No alla chiesa della discordia»

«Una permuta in totale perdita per la collettività, perché per attrezzare a verde le aree che riceviamo, molto più lontane, in cambio serviranno interventi impegnativi e costosi, da finanziare con soldi pubblici, vantaggiosa solo per la Diocesi»

«Il Comune ha deciso: saranno ceduti 5.000mq dell’area verde del giardino per consentire la realizzazione della chiesa e centro parrocchiale» comunica amaramente il Comitato area verde San Lorenzo a Greve, che aveva lanciato un mese l’allarme in anteprima su queste pagine della ripresa delle trattative dietro le quinte dell’Amministrazione. Scoperchiata poi la faccenda, il colpo di mano della delibera, col parere negativo (o al massimo l’astensione) di tutta la Minoranza.

«I consiglieri di minoranza hanno sollevato molte perplessità e chiesto più tempo per fare ulteriori approfondimenti e dare voce agli abitanti del quartiere che considerano questa scelta sbagliata e punitiva – continua il comitato – Ma la maggioranza (Pd) non ha sentito ragioni sostenendo che questa è l’unica soluzione possibile».

«Una scelta sbagliata. Il Comune cede 5.000mq del nostro giardino e in cambio riceve la striscia di terreno incolto, 3.500mq, accanto alle “collinette” in via Detti e 6.000mq di terreno tra via Lunga a le Torri verso l’Isolotto, distante da qui oltre un km, quindi meno fruibili. Una scelta punitiva. Lo scambio è tutto in perdita, per noi abitanti e per la stessa Amministrazione. Punitiva dal punto di vista ambientale, perché verrà cementificato un bel pezzo di questo preziosissimo spazio-verde, indispensabile per compensare il crescente inquinamento dell’aria prodotto dall’intenso traffico del centro commerciale: oltre 20mila auto ogni giorno. Sparirà questo piccolo paradiso frequentatissimo da tutti gli abitanti della zona e crescerà l’inquinamento dell’aria che respireremo».

«Una permuta in totale perdita per la collettività, perché per attrezzare a verde le aree che riceviamo in cambio serviranno interventi impegnativi e costosi, da finanziare con soldi pubblici. Vantaggiosa solo per la Diocesi che riceve ciò che desiderava: il terreno che aveva scelto in cambio terreni che non gli interessano, verso cui il Comune, né noi cittadini, avevamo mai manifestato alcun interesse. Una forzatura che non porterà alcun bene per la comunità. Una scelta calata dall’alto che resterà nella memoria come la “chiesa della discordia”».

«Il comitato dei cittadini in difesa dell’area verde ha sempre sostenuto: sì alla chiesa ma non nel giardino. Doveva essere realizzata in un’area diversa: per esempio nei terreni di proprietà della Parrocchia di fronte all’asilo Gallo Cristallo e il Comune, per aumentare la superficie, avrebbe potuto cedere il terreno delle stesse “collinette”, in tutto oltre 6000mq, più che sufficiente per realizzare chiesa e centro sociale, con il consenso di tutti».

Per questo diciamo No alla chiesa della discordia, sì alla chiesa della concordia.

 

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2 Comments

  1. Dire che è una decisione scellerata è limitativo. Siamo di fronte ad una amministrazione volutamente sorda alle vere esigenze e richieste dei cittadini residenti. Questo spazio verde è di vitale importanza per tutti, l’unico giardino di discrete dimensioni rimasto in questa zona a disposizione dei cittadini.

  2. Come cittadina sono indignata dalla scelta palesemente di parte. Il comune non può favorire un solo soggetto privato com’è la Curia, a discapito dei residenti e contribuenti che usufruiscono di quel poco verde rimato in quella zona.

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