La Firenze che vorrei si presenta alla città a San Bartolo a Cintoia
La rivista fondata da Lorenzo Somigli incontra i fiorentini con un'apericena nella periferia dove ributtano gli ultimi germogli di fiorentinità: sabato 28 giugno

Una nuova testata che si presenta alla città e la città racconta. E lo fa proprio da questo nostro quartiere, dalla sua periferia più autentica e popolare. Quella cinta fiorentina che ne rimane la componente più genuina e vitale che resiste a un centro gentrificato, privato di identità per l’overturism, la mercificazione, le logiche da città museo e mucca da mungere allo sfinimento. È La Firenze che vorrei, nata come progetto sperimentale appena tre mesi fa e già realtà affermata dell’informazione cittadina. Una testata fondata e diretta dal nostro Lorenzo Somigli, già firma di IsolottoLegnaia.it, e oggi riporta con la sua penna meditata e al contempo pungente e sagace quella Firenze dei fiorentini che raccontiamo da un decennio.
Il prossimo sabato 28 giugno, alle 18, al circolo Mcl di San Bartolo a Cintoia, La Firenze che vorrei incontra la città con un’apericena (costo di 15 euro, prenotazioni 3349977955).
«”Riparammo – recita una canzone di qualche anno fa – nei quartieri dove c’è periferia”. – spiega Somigli – La vita vera è qui: all’Isolotto, a Novoli, a Quaracchi e all’Argingrosso. Non nel centro di Firenze, che semplicemente non esiste più, sacrificato com’è al modello politico della città vetrina e senza i cittadini. È a San Bartolo a Cintoia, una frazione antica avvolta dallo sviluppo urbano, dove un circolo, l’Mcl, tiene in vita un’altra storia fatta di socialità, spazi, divertimento, musica ma anche riflessione. Proprio lì, un luogo del cuore del nostro quartiere, si terrà la presentazione del giornale ‘La Firenze che vorrei’. È nato a marzo e sta macinando articoli e lettori, già stabilmente migliaia. Fa quello che si deve fare: dar voce alle voci critiche della città e mette in discussione alcune scelte calate dall’alto».
Non un rione a caso, non un luogo a caso, ma quell’ultima garitta di Firenze autentica e vitale che germoglia nella periferia fiorentina. Perché lo abbiamo detto più volte su queste pagine, se Vasco Pratolini dovesse scrivere oggi, non lo farebbe più nella via dei Magazzini del Quadrilatero romano assoldato al turismo becero di montagne di gelato chimico e schiacciate grondanti salse unte buone solo per i reel, e neppure nella San Frediano eletto quartiere più cool del mondo tra cocktail al costo di due ore di lavoro di una partita Iva. No. Lo farebbe a Cintoia, a Monticelli o al Pontignale.
Carlo Casini