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La Lega invoca un tavolo di sicurezza per contrastare lo spaccio

Venticinque zone rosse (e una tranvia) a Firenze. Bussolin e Bagnoli: applicare il decreto sicurezza

Un tavolo di coordinamento del Comune con la Prefettura e la Questura di Firenze per poter applicare il Decreto Sicurezza e contrastare il dilagare del fenomeno dello spaccio e della criminalità in venticinque zone rosse della città (che furono individuate lo scorso anno da una statistica condotta dal Corriere), tra cui le Cascine. È quanto ha richiesto il capogruppo della Lega Federico Bussolin in un ordine del giorno  finalizzato a «rendere applicabili le misure di tutela de decoro, previste dal Decreto Legge 20 Febbraio 2017, n.14, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, in relazione alle aree di interesse allo spaccio di droga sovra citate». Zone che, secondo quanto elaborato dal Corriere, sarebbero Piazza Tasso; Sagrato basilica Carmine, Piazza del Carmine; Piazza Santo Spirito, Via delle Caldaie; Piazza Santa Croce; Via Pandolfini – Via Matteo Palmieri; Piazza Sant’Ambrogio; Piazza Ciompi; Piazza Ghiberti; Via della Mattonaia; Via San Salvi; Piazza della Repubblica; Piazza del Mercato Centrale – via Panicale – Via S.Antonino; Piazza San Giovanni – lato Borgo San Lorenzo, di sera; Area Stazione, compresi via Nazionale, via Faenza, piazza Adua, via Alamanni; Piazza Indipendenza; Via Palazzuolo e via M. Finiguerra; Giardini Fortezza; Parco delle Cascine; San Donato (Novoli); Via di San Piero a Quaracchi (giardini); Via Pistoiese (accanto a Scarpe e Scarpe); Via Baracca (giardino); Piazza San Jacopino; Piazza Dalmazia.

Il tavolo in sostanza potrebbe portare a  definire zone particolarmente sensibili, dove, se applicati i decreti vigenti, oltre a ulteriori sanzioni, chi compie atti delinquenziali, sarebbe anche allontanato dal Comune (il cosiddetto Daspo urbano).

Così se il numero uno della Lega in Palazzo Vecchio plaude al duro provvedimento della Questura per il noto fast food di piazza Stazione, al contempo richiede però anche uguale trattamento e solerzia per tutte le altre zona di Firenze in preda al fenomeno, comprese le Cascine; ma anche l’asse tranviario tra piazza Paolo Uccello e Arcipressi, di per sé non inserito nelle zone rosse della top twenty-five degli stupefacenti, ma da tempo nel mirino del Carroccio fiorentino per l’emergenza spaccio. Proprio il ponte della tranvia la Lega scelse infatti la lega, appena un mese fa, per organizzare una manifestazione senza bandiere di partito contro spaccio, criminalità e degrado.

«La nostra mappa dello spaccio, contenuta nella proposta di istituzione delle zone rosse, individua ben venticinque aree cittadine per il contrasto di questo fenomeno (lo spaccio, ndr) – ha affermato oggi Bussolin in una dichiarazione alla stampa – Se da una parte è intervenuto il questore disponendo la chiusura del Mc Donald’s, dall’altra è assurdo il silenzio dell’amministrazione comunale. L’emergenza sicurezza, unitamente a quello della droga, c’è ed è reale: Nardella ha il dovere di attivarsi, se sono le idee a mancare ci sono le nostre proposte sul tavolo. La criminalità non è necessariamente un fenomeno fisiologico, va combattuta con ogni mezzo, Firenze faccia la sua parte»

Concorda su tutta la linea anche il carroccio di quartiere, che sottolinea più che mai l’individuazione di misure repressive dei fenomeni criminosi, nel Quartiere 4, tema su cui batte fin dall’inizio del suo insediamento. L’ultimo atto a settembre, quando aveva portato in sala Tosca Buccarelli infatti, congiuntamente con Forza Italia e Fratelli d’Italia, un’interrogazione proprio sulla questione della sicurezza

lorenzo bagnoli
Lorenzo Bagnoli

«Ho più volte portato all’attenzione di tutto il corpo consiliare la necessità di affrontare in modo fermo e risolutivo i costanti atti illeciti che lacerano il nostro territorio cittadino – fanno sapere i salviniani di Villa Vogel tramite il consigliere Lorenzo Bagnoli – La mancanza nell’attuazione delle misure di contingenza del fenomeno stanno causando, non solo il proliferare delle attività di microcriminalità ma anche (e soprattutto) un clima di profonda insicurezza nella cittadinanza. In questo è necessario che l’amministrazione prenda atto del fatto, comprendendo altresì che un clima di scetticismo verso il prossimo, o semplicemente verso chi è ospite nella nostra città, può essere un rischio alla tanto manifestata integrazione sociale. Ritengo quindi che sia fondamentale operarsi quanto prima affinché le leggi vengano rispettate, il crimine represso e la sicurezza ristabilita, non solo affinché si possa fruire di un territorio sano ma anche per dimostrare che chi delinque pagherà le conseguenze. Ben venga quindi un tavolo di discussione proattiva del decreto sicurezza che spero possa essere quanto più possibile condiviso da tutte le forze politiche. Il Quartiere 4 è un territorio delicato che ha necessità di essere protetto, vigilato, ma soprattutto, rieducato alla denuncia degli atti illegali».

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