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Il maestoso Palazzo Lucherini, un bell’esempio di neoclassicismo fiorentino tra via Pisana e via di Ugnano

L'edificio, voluto dagli Acciaioli nel Cinquecento e ampliato da Giuseppe del Rosso all'inizio dell'Ottocento, domina la zona in prossimità del ponte sul fiume Greve.

All’inizio di via di Ugnano, all’angolo con via Pisana, sorge il maestoso Palazzo Lucherini (chiamato anche Villa Lucherini), già Acciaioli, un vero e proprio gioiello del neoclassicismo “periferico” fiorentino che meriterebbe di essere maggiormente valorizzato.

Palazzo o Villa Lucherini. Foto dell'autore.
Palazzo o Villa Lucherini, già Acciaioli (secoli XVI-XIX). Veduta da via Pisana. Foto dell’autore.

La storia di questo edificio inizia nel Cinquecento, quando gli interessi tentacolari della famiglia Acciaioli caddero anche sul “popolo – oggi diremo quartiere – di San Lorenzo a Greve”: il palagetto in questione, come viene citato nei documenti, venne infatti commissionato da un tal Niccolò di Giovanni Acciaioli. Purtroppo ignoriamo l’identità dell’architetto, quasi certamente un fiorentino, cui l’Acciaioli affidò il progetto del palazzo.

La parte più antica di Palazzo Lucherini è quella rivolta su via di Ugnano: esso venne costruito nelle semplici e pregevoli linee tipiche dell’architettura cinquecentesca; sulla facciata sono state aperte delle belle finestre inferriate manieriste e, sopra al portone d’ingresso, è stato collocato un tondo in pietra serena recante le “generalità” del proprietario («D. NICOLAE F. IOANNIS DE ACCIAIOLIS»).

Palazzo Lucherini, facciata rivolta verso via di Ugnano. Foto dell'autore.
Palazzo Lucherini, veduta da via di Ugnano. Foto dell’autore.

Agli anni Dieci dell’Ottocento risale la “parte nobile” dell’edificio, affacciata sulla via Pisana e voluta dai Lucherini (dai quali deriva l’attuale denominazione dell’immobile), subentrati agli Acciaioli; questi ultimi, oltre al palagetto di Ponte a Greve, vendettero anche il Castello dell'”Acciaiuolo” di Scandicci al ricco «citoyen français» Valentino Farìnola.

Palazzo Lucherini risponde ad un palese “esibizionismo” dei nuovi padroni di casa  e “signori del quartiere”, che desideravano di nobilitare il proprio status e anche il luogo dove sorge l’edificio, il borghetto del Ponte a Greve – sviluppatosi a partire dal Medioevo nelle immediate vicinanze del ponte omonimo e della chiesa di San Lorenzo- con la sua tipica conformazione edilizia di casette a schiera- con una maestosa facciata neoclassica, scandita da massicci pilastri terminanti con capitelli di ordine ionico. 

Il progetto della nuova facciata ed il conseguente ampliamento del Palagetto Acciaioli sono stati assegnati a Giuseppe del Rosso (1760-1831), figlio e nipote d’arte, che negli anni dell’occupazione francese della Toscana era impegnato nella ristrutturazione e/o costruzione ex novo di alcuni edifici: tra i suoi progetti concepiti in quegli anni ricordiamo quelli del complesso di Montedomini e del campanile della basilica di San Lorenzo. A lui si deve anche la ristrutturazione dell’ex monastero di Candeli, i cui ambienti furono convertiti nelle aule del Regio Liceo (1812-1813) del quale sopravvive, al civico 56 di Borgo Pinti, l‘ingresso neoclassico impreziosito da due colonne ioniche, assai simili a quelle posizionate sulla facciata di Palazzo Lucherini.

Palazzo Lucherini, Finestra inginocchiata manierista (XVI secolo). Foto dell'autore.
Palazzo Lucherini, Finestra manierista (XVI secolo). Foto dell’autore.

Al Catasto Generale Toscano del 1832 l’edificio era abitato dai figli di Valentino Lucherini; successivamente esso sarebbe stato ribattezzato “Palazzo del Dazio”, ma questa è un’altra storia.

Ingresso dell'ex Regio Liceo, in Borgo Pinti, 56. Foto dell'autore.
Ingresso dell’ex Regio Liceo, in Borgo Pinti. Foto dell’autore.

 

Leonardo Colicigno Tarquini, storico dell’arte medioevale

Per saperne di più…

I Dintorni di Firenze: Arte, Storia, Paesaggio, a cura di A. Conti, Firenze, La Casa Usher, 1983.

V. ORGERA, G. BALZANETTI, L. ARTUSI, J. POLI, Firenze Il Quartiere di Santo Spirito. Dai Gonfaloni ai Rioni. Un modello d’indagine per un piano della funzione cittadina, Firenze, Alinea Editrice, 2000.

G. TROTTA, Ad Occidente di Firenze. Borghi e territorio dell’attuale Quartiere Quattro, Firenze, Comune di Firenze- Circoscrizione Quattro, 2002.

 

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Leonardo Colicigno Tarquini

Leonardo Colicigno Tarquini (nome d'arte di Leonardo Colicigno) si è laureato con lode discutendo una tesi in storia dell'arte coi professori Tigler e Cervini, tesi da cui è stato tratto un articolo pubblicato negli atti del IX Convegno di Studi Medievali curato dall'associazione NUME-Gruppo di Ricerca sul Medioevo Latino di Firenze nel 2023. È affascinato sia dal Medioevo autentico, che da quello di reinvenzione. Nel 2018-2019, insieme ad alcune associazioni culturali fiorentine e scandiccesi, ha preso parte al progetto "Scandicci Open Villas", partecipando attivamente alla stesura di brevi schede storico-artistiche dedicate ai principali beni culturali di Scandicci, all'organizzazione di visite guidate agli edifici storici del sopracitato Comune e alla produzione di un docufilm sulla Pieve di San Giuliano a Settimo (regia di V. Zappia, 2019).

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