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Piccoli-grandi capolavori nella chiesa di San Lorenzo a Greve

Alla scoperta di alcuni piccoli-grandi capolavori artistici eseguiti nella prima metà del XX secolo, conservati in una delle chiese più antiche del Quartiere 4 di Firenze

Chi entra in una chiesa come San Lorenzo a Greve, una delle chiese più antiche del territorio, non ha la percezione immediata del fatto che si trova in una chiesa completamente diversa da quella che era stata eretta nella seconda metà del XII secolo. Una chiesa spogliata di un manto policromo di affreschi medioevali, anzi tardo medioevali (vedi il frammento della Madonna del Latte attribuito al cosiddetto Maestro di Signa, formatosi nella bottega di Bicci di Lorenzo, il cui stile un po’ retrò attirò soprattutto l’attenzione di istituzioni più provinciali, del contado fiorentino, come la stessa chiesa di Ponte a Greve) e neomedioevali. Poche quindi sono le opere d’arte gelosamente conservate nella chiesa. Con questo articolo desideriamo puntare il riflettore dell’importanza su quei piccoli-grandi capolavori moderni realizzati per questa chiesa del “suburbio occidentale” fiorentino nella prima metà del secolo scorso. Ma andiamo con ordine.

Maestro di Signa, Madonna col Bambino e Angeli ( "Madonna del latte"), secolo XV, chiesa di San Lorenzo a Greve.
Maestro di Signa, Madonna col Bambino tra Angeli e Santi ( “Madonna del latte”), secolo XV, chiesa di San Lorenzo a Greve. Foto dell’autore.

La chiesa di San Lorenzo a Ponte a Greve prende il nome dal ponte omonimo ricostruito una prima volta dalla Repubblica fiorentina nell’estate del 1398 in sostituzione di un precedente e modesto ponte, e una seconda dopo le disastrose distruzioni dell’ultimo conflitto mondiale.

L’edificio era anticamente circondato da una cerchia muraria, come se fosse una fortezza, ed era collegato ad una torre a difesa del passo lungo la via Pisana; ciò permise alla chiesa di San Lorenzo di salvarsi dall’assedio di Firenze del 1529-1530. Inoltre la chiesa è ricordata per l’investitura cavalleresca col rito del ‘bagno’ che vi fu a volte celebrata nel corso del Trecento.

Adesso facciamo un “salto” in avanti nel tempo e ci fermiamo alla fine del XIX secolo. Quando anche questo placido lembo della campagna fiorentina venne colpito dal terribile terremoto del 1895.

Il parroco dell’epoca, don Attilio Brogioni, sentito il parere di Guido Carocci, “ispettore” ( o come diremmo noi oggi “commissario straordinario”) alla ricognizione e alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma, col concorso della famiglia Origo (famiglia che fin dal XVIII secolo esercitava il patrimonio sulla chiesa fiorentina), commissionò ad Oreste Formigli, socio del collegio degli architetti e ingegneri di Firenze e autore delle cappelle Speer e Manzini al Cimitero delle Porte Sante, nonché curatore di un noto dizionario di architettura e ingegneria dell’epoca, di redigere un primo, radicale progetto di  ristrutturazione della chiesa, cui seguirà una seconda perizia relativa ad ulteriori lavori di ampliamento del complesso architettonico. Per portare a compimento tali operazioni, don Brogioni fu costretto a chiedere un prestito al Monte dei Paschi di Siena.

Una volta esplicate tutte le pratiche burocratiche previste dal diritto edilizio dell’epoca, il cantiere della nuova chiesa, guidato dal Formigli, risultava in piena attività negli anni 1906-1907 ( la chiesa verrà inaugurata nell’estate del 1907); il capo cantiere impresse a San Lorenzo a Greve un carattere neogotico, secondo la moda dell’epoca. Non dimentichiamoci che in quello stesso periodo (anno più, anno meno) furono potenziate le strutture medioevali di altri importanti edifici nei dintorni della “città del giglio”: dal Castello e chiesa di Marignolle alle ville ( o castelli) dell’Acciaiolo e di Torregalli ( con la sua cappella gentilizia “romanza” progettata da Luigi Del Moro), fino a Villa Franceschi, il cui restyling neogotico, voluto dal dottor Franceschi, venne criticato dal Lensi-Orlandi negli anni Cinquanta del secolo passato.

 

La chiesa di San Lorenzo a Greve dopo il restyling neogotico, dal sito parrocchiale di San Quirico a Legnaia.
La chiesa di San Lorenzo a Greve dopo il restyling neogotico, dal sito parrocchiale di San Quirico a Legnaia.
La facciata della chiesa di San Lorenzo a Greve. Foto presa da Wikipedia.
La facciata della chiesa di San Lorenzo a Greve. Foto presa da Wikipedia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma torniamo alle vicende costruttive della chiesa. Sulla base di alcune foto d’epoca, l’interno della chiesa presentava interessanti decorazioni neogotiche, eseguite da Francesco Innocenti Gino Frittelli, archi sestiacuti a ghiera dipinta a conci alterni bianchi e neri “alla Santa Croce”, finestroni ogivali, capriate con motivi geometrici, pilastri con capitelli dentellati o a foglie d’acqua e cantorie con balaustre traforate.

La ditta Oreste Loioli e Nipoti eseguì invece, per l’area presbiteriale, un bel pavimento “alla veneziana”.

Attualmente di tali elementi decorativi e strutturali poco rimane, a causa delle ristrutturazioni successive al Concilio Vaticano II, i cui effetti sono stati criticati da importanti storici dell’arte e dell’architettura romano-cattolici, anche in tempi recenti.

Di quest’epoca rimangono una cornice con motivi geometrici nella navata centrale e le splendide pitture dell’area presbiterale: entro le quattro vele a fondo stellato, divise da una doppia banda con decorazioni a racemi e clipei con volti di santi, sono raffigurati santi Lorenzo e Sisto II, Gesù Cristo (parzialmente rovinato) e un Angelo che srotola un cartiglio. Le iscrizioni in latino sui tondi che incorniciano i personaggi sono tratte dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, vero e proprio best-seller del nostro Medioevo. Anche le vetrate sono coeve.

 

Francesco Innocenti e Gino Frittelli, Decorazione della volta presbiteriale, inizi XX secolo, affresco, chiesa di San Lorenzo a Greve.
Francesco Innocenti e Gino Frittelli, Decorazione della volta presbiteriale, inizi XX secolo, affresco, chiesa di San Lorenzo a Greve.

 

Francesco Innocenti e Gino Frittelli, Decorazioni geometriche neomedioevali, inizi XX secolo, chiesa di San Lorenzo a Greve.
Francesco Innocenti e Gino Frittelli, Decorazioni geometriche neomedioevali, inizi XX secolo, chiesa di San Lorenzo a Greve. Foto dell’autor

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La lunetta a mosaico riproducente un San Lorenzo che si staglia su fondo oro e tiene tra le mani la palma del martirio, il vangelo e la graticola, sopra il portale d’ingresso, è successiva alla ricostruzione neogotica: essa infatti fu eseguita nell’immediato dopoguerra da una maestranza di Sesto Fiorentino su disegno di don Enzo Ugolini (nominato parroco di San Lorenzo a Greve nel 1944), autore di una tavola neo-rinascimentale, dalla cui parte anteriore è stato ricavato il recente leggio. Allo stesso don Ugolini si deve il bel San Giovanni Battista dipinto per la chiesa di San Quirico a Legnaia intorno al 1955.

 

 

Anonimo artigiano sestese, su disegno di Don Enzo Ugolini ( fl. XX secolo), San Lorenzo, post 1944, lunetta a mosaico, chiesa di San Lorenzo a Greve.
Anonimo artigiano sestese, su disegno di don Enzo Ugolini ( fl. XX secolo), San Lorenzo, post 1944, lunetta a mosaico, chiesa di San Lorenzo a Greve (foto dell’autore).

 

 

Leonardo Colicigno Tarquini

Bibliografia consultata

I dintorni di Firenze. Arte, Storia e Paesaggio, a cura di A. Conti, Firenze, La Casa Usher, 1983;

G. CONTORNI, I dintorni di Firenze e il neogotico: progetti, restauri e nuove architetture, in Il Neogotico nel XIX e XX secolo, a cura di R. Bossaglia, Milano, Nuove edizioni Gabriele Mazzotta, 1989, pp. 300-306;

Guida alla scoperta delle opere d’arte del ‘900 a Firenze, a cura di D. Salvadori-Guidi, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1996.

 

 

 

 

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Leonardo Colicigno Tarquini

Leonardo Colicigno Tarquini si è laureato con lode in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Firenze. Al centro dei suoi interessi c'è il Medioevo, sia quello autentico, sia quello di reinvenzione. Nel 2018-2019 ha diretto, insieme ad alcune associazioni culturali fiorentine e scandiccesi, il progetto "Scandicci Open Villas", il cui obiettivo consisteva nella valorizzazione dei beni culturali del territorio. Ha preso inoltre parte alla produzione di un docufilm sulla Pieve di San Giuliano a Settimo.

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