L’Isolotto prima dell’Argingrosso
Prima della costruzione dell’Argingrosso e della irreggimentazione dell’Arno l’Isolotto era una palude
Prima della costruzione dell’Argingrosso la piana dell’Isolotto (ma un tempo più facilmente conosciuta come Piana di Legnaia) si presentava molto diversa da come la vediamo adesso. Il corso dell’Arno era assai diverso e vi erano molte più pescaie e l’intera zona era simile a una palude.
Dal 400 la zona si cominciò a impaludare molto, a causa di frequenti alluvioni, sempre più frequenti. Queste erano dovute alla costruzione di pescaie abusive sull’Arno, che avevano causato la ramificazione dell’Arno in una moltitudine di rigagnoli e laghetti (per questo buona parte della piana prese il nome di Isolotto), e trasformò di fatto buona parte della cosiddetta “Piana di Legnaia” in una palude. Questa situazione si aggravò ulteriormente quando Re Teodorico la costruzione di sbarramento di pali in legno (detti steccaie), di canali e ulteriori pescaie per favorire la produzione agricola e la fertilizzazione dei campi, ma questo portò a un innalzamento dell’alveo del fiume.
Nel ‘300 l’impaludamento dell’Isolotto era diventato talmente grave che la Repubblica Fiorentina ordinò lo smantellamento di tutte le pescaie a valle di Firenze fino a Capraia, ma questo portò a scarsi risultati. Il vero miglioramento si ebbe solo a partire da fine ‘500, quando fu costruito l’Argingrosso. L’area compresa tra l’Argingrosso e l’Arno, che fungeva da cassa d’espansione in caso di piene (proprio come succedeva con le Cascine sulla riva opposta) venne lasciata incoltivata ed era un frammisto di canneto e boscaglia che prese appunto il nome i Bosco d’Arno o, in memoria di boschi molti più antichi, dove si era soliti cacciare, Bandita di Legnaia.
Molte sono le strade e i luoghi che ancora nel nome ricordano il passato palustre dell’Isolotto: Sardigna, via del Saletto, via dei Bassi, via Torcicoda, via dello Scalo, via delle Isole e ovviamente, Isolotto.
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