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Passerella dell’Isolotto, intitolazione a Langer tra favorevoli e contrari, e spuntano proposte alternative

Chi plaude al politico come ecologista costruttore di pace e chi è contrariato della dedica del ponte a una figura così politicamente schierata. E in redazione e sui social, arrivano decine di proposte alternative

Ha diviso tra favorevoli e contrari  la scelta di un nome così caratterizzato politicamente per reintitolare la Passerella dell’Isolotto come quello di Alexender Langer. Chi plaude alla dedica al politico e giornalista come pacifista, ecologista e uomo di spessore intellettuale; e chi rimane contrariato della scelta di una figura tanto politicamente schierata e legata al suo passato in Lotta Continua, piuttosto che seguire la scia degli esploratori come i ponti più recenti, simbolici dell’unione tra due mondi e dalla scoperta di ciò che c’è oltre: Amerigo Vespucci, Giovanni da Verrazzano, Marco Polo. O nel caso del Ponte all’Indiano, su una vicenda di cronaca del 1870, quale la morte del giovane principe Indiano le cui ceneri furono qui disperse alla confluenza tra l’Arno e il Mugnone.

Così, alla pubblicazione della notizia di ieri, di proposte alternative sui social e alla nostra redazione ne sono spuntate a decine. C’è chi propone di dedicare questo ponte, più esemplificativo dell’attuale cavalcavia ferrotranviario di Novoli, all’astrofisica fiorentina Margherita Hack, a suo modo un’esploratrice contemporanea di nuovi mondi; chi all’attore Carlo Monni, più di ogni altro simbolo della fiorentinità e dell’unione tra parco delle Cascine a Piazza dell’Isolotto, visto che questa era la sua quotidiana passeggiata; chi ancora al sindaco Giorgio La Pira, dal momento che fu il sindaco che inaugurò l’Isolotto; chi al calciatore Paolo Rossi, campione cresciuto calcisticamente in questo Quartiere.

Per non farne perdere la memoria storica, è arrivata inoltre la richiesta di dedicare la Passerella dell’Isolotto al barcaiolo Renato Pieri, che prima della costruzione della stessa ha traghettato da una riva all’altra dell’Arno migliaia di fiorentini ogni giorno.

Ma c’è anche chi per ironia tutta fiorentina, propone Passerella Canapone, in memoria del Granduca Leopoldo II, quell’illuminato amministratore dei Lorena tanto amato dai fiorentini così affettuosamente ribattezzato dai fiorentini per la sua nordica chioma platino, ma anche soprannome per analogia di quel dromedario dal pelo biondo che si trovava allo zoo comunale delle Cascine e che ha fatto divertire generazioni di bambini.

E poi c’è stato pure chi si è lanciato in proposte forse provocatorie, ma certo al passo coi tempi e quando mai simboliche per la lotta all’omotransfobia: per quanto è rimasta nell’immaginario fiorentino, per la sua avanguardia nel portare al pubblico la lotta per la dignità dei diritti del mondo transessuale, è stata avanzata l’idea di dedicare il ponte alla storica transex Carlotta, che alle Cascine negli anni ’80 era ben nota. Certo una proposta provocatoria, ma foriera del riconoscimento di chi, a Firenze, più di ogni altro ha saputo far abbattere pregiudizi e bigottismi.

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