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7 curiosità su via Pisana che forse non sai

Via Pisana tra aneddoti fiorentini e l'antica rivalità con Pisa, dagli Etruschi al rapimento di Aldo Moro

Via Pisana è una delle arterie stradali principali del Quartiere 4, poiché collega in modo lineare vari centri abitati della zona e conserva un grande bagaglio di storia e curiosità. Per questo vi raccontiamo alcuni aneddoti e episodi di epoca e argomento diverso ma che riguardano il passato della strada che conosciamo e percorriamo al giorno d’oggi:

1) La celebre strada ripercorre un tracciato di epoca etrusca che da Pisa attraversava l’Appenino fino ad arrivare sulle rive dell’Adriatico, aperta nel periodo consolare romano nel 13 A.C. e chiamata successivamente Tosco Romagnola. A Firenze la via iniziava tra Borgo San Jacopo e Borgo San Frediano, per poi procedere verso il Pignone, che in passato era un villaggio di pescatori, barcaioli e altri mestieranti dell’Arno: sorgeva qui infatti l’antico Borgo dei Navicellai, adesso troncato in due da piazza Gaddi. Arrivava dunque al borgo di Monticelli, di Legnaia, di San Quirico a Legnaia , di Sollicciano  e Casellina per poi proseguire lungo la riva sinistra dell’Arno.  Lungo il tragitto, spesso percorso dai pellegrini, vi erano varie strutture ospitaliere per dare ristoro a chi si trovava sul cammino:  ve ne era uno in prossimità della Porta San Frediano, un altro a Legnaia (l’Hospitale del Cappone), ma anche a Ponte a Greve e a Casellina (l’Hospitale Pontis de Grieve e l’Hospitale de Casellina).

2) Antica si, ma il nome è molto recente. Pur essendo stata un importante raccordo nel corso della storia della Firenze ma anche del Granducato di Toscana, venne nominata ufficialmente Via Pisana solo nel 1871 sotto l’amministrazione del gonfaloniere Ubaldino Peruzzi de’ Medici, uno degli ultimi eredi dei Medici.

3) La storica rivalità tra Firenze e Pisa ha inciso anche nella denominazione di una delle strutture principali lungo il tragitto di Via Pisana come Porta San Frediano. Questo imponente accesso alle mura originariamente non doveva chiamarsi così, bensì Porta Pisana, dato che all’epoca che le porte di accesso della città solitamente venivano chiamate con il nome del luogo al quale conducevano. I fiorentini rifiutarono però di chiamare la porta “Pisana”, preferendo darle il nome del quartiere cui si accedeva attraversandola.

4) La famosa battaglia di Cascina tra le truppe fiorentine e pisane del 28 luglio 1374, che vide trionfare le prime guidate dal condottiero Galeotto I Malatesta, rimanda a un aneddoto avvenuto esattamente lungo la Via Pisana e che coinvolge la suddetta Porta San Frediano. Infatti, in seguito alla vittoria dei fiorentini, i prigionieri pisani furono fatti passare sotto la porta e costretti poi a baciare il lato posteriore di un cucciolo di leone, in segno di sottomissione a Firenze. A raccontare questo episodio è lo scrittore Giovanni di Pagolo Morelli che racconta: “Alla porta a San Frediano, per la quale entrò il vittorioso capitano, istette un lioncino vivo, ma di poco tempo, al quale tutti i Pisani baciarono il culo”.  Ricordiamo che il leone, raffigurato mentre difende con una zampa il giglio di Firenze, è chiamato Marzocco, ed è il simbolo di Firenze; in passato, vicino al Palazzo della Signoria, vi era un serraglio dove venivano custoditi una trentina di questi felini.

5) Un appartamento in Via Pisana a Firenze non localizzato precisamente sarebbe stata la  ‘cabina di regia’ del rapimento del presidente della Dc Aldo Moro avvenuto nel 1978 a Roma da parte delle Brigate Rosse. Questo covo è uno degli elementi su cui i familiari delle vittime cadute in via Fani hanno chiesto nel marzo del 2015 al Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma, Antonio Marini, di effettuare nuove indagini. In particolare, la richiesta riguarda il ruolo che il professore universitario Giovanni Senzani potrebbe aver svolto durante il rapimento di Moro.

6) Lungo Via Pisana appena dopo Piazza Pier Vettori sorgeva un luogo che ha fatto scalpore per aver rappresentato a suo tempo un centro di aggregazione sociale dalle mille sfaccettature. Stiamo parlando del cinema Universale, famoso per essere una sala di proiezione libera dove tutti potevano dire la loro, commentare ad alta voce e fare festa. Addirittura si poteva entrare direttamente in Vespa all’interno del locale per assistere alle proiezioni. Un luogo libero e quasi unico nel suo genere chiuso ormai da tempo ma che è rimasto storico anche per essere stato uno dei primi cinema ad aver aperto nel dopoguerra a Firenze.

7) Poco distante, all’altezza di piazza Pier Vettori in angolo con via del Ponte Sospeso sorge la villa Capponi Tempi, cui abbiamo dedicato un articolo. Questa aveva un lungo vialetto di glicini dove passeggiavano le dame. Un ultimo, strenuo esemplare di quei tempi romantici è rimasto nei pressi del parcheggio del vicino supermercato.

A cura di David Fabbri

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